venerdì 5 novembre 2010

Cena al ristorante "Agli amici", Godia (UD)

Cena per due «Agli Amici»...
Cena per due in una serata di metà settembre fredda e piovosa. 
Una volta entrati, ci acccoglie un arredamento in rovere sbiancato, alla sinistra un bancone simile alla reception di un hotel, alla destra una parete curva rivestita anch’essa di legno chiaro a listoni alternati, che ho scoperto in un secondo momento nascondere la porta dei servizi. 
Subito ci accompagnano al nostro tavolo: il locale è sobrio ma curato e tutto arredato con lo stesso legno chiaro dell’atrio. 
I tavoli sono molto classici, le tovaglie di cotone beige chiaro e i sottopiatti in rafia a forma di fiore tono su tono.
Da notare la presenza in tavola del solo bicchiere dell’acqua: quello del vino viene portato in un secondo momento una volta effettuata la scelta. Per lo stesso motivo neanche le posate sono in tavola. Solo il cestino con pane e grissini di mais.

Come entrée ci viene servita una maionese all’erba cipollina molto cremosa e dal sapore delicato, poi un cappuccino di zucchina, quasi una spuma, servito in una tazzina da cappuccino in vetro con cornetto ripieno di crema al Grana Padano. Delicato e molto originale nella presentazione.
Per accompagnare questi piccoli assaggi e il successivo antipasto ci viene offerta una Ribolla Gialla spumantizzata.


Come antipasto, premesso che ho una lieve intolleranza ai latticini, ma sono un’appassionata fan dei pomodori in tutte le loro salse e preparazioni, sono rimasta incuriosita dalla Zuppa fredda di stracciatella con pomodoro candito, capperi di Filicudi, pane in piccoli crostini e olio. Oltre ai pomodori, un’altra mia passione sono i capperi. Se potessi, li mangerei  anche a colazione e devo confessare che in effetti mi è già capitato di farlo!
Il piatto è stato presentato con delle “pennellate” di crema di basilico sulla quale era adagiata la stracciatella e al di sopra i pomodori cosparsi di capperi. Il tutto arricchito da foglie di amaranto e fiori di borragine  che sono lilla. Un piatto da mangiare con gli occhi… oltre che dal sapore delicato ma con un tocco deciso dato dai capperi e dal basilico.
La mia dolce metà invece ha optato per un carpaccio di orata con zafferano in gel e maionese all’aioli con finocchietto selvatico e zafferano in pistilli. Il colore rosa del carpaccio e il giallo intenso dei cubetti di zafferano su piatto di vetro trasparente creavano un effetto molto scenografico.
Nel frattempo scegliamo un vino, rigorosamente bianco per accompagnare i piatti che abbiamo scelto: Sancerre 2008 di Vincent Pinard. Si tratta di un vino francese dai sentori di miele e di frutta matura a pasta gialla, equilibrato ma allo stesso tempo molto fresco.

Passando ai primi, essendo una patita di minestre, zuppe e tutto ciò che ha consistenza liquida e cremosa, ho scelto la zuppa di porcini, patate ratte e mais da latte;  il piatto mi è stato presentato decorato con una “cartolina” con foglie di amaranto incorporate: tripudio delle materie prime…
L’altro primo scelto sono gli spaghetti di Gragnano con fiori di zucca, cipollotto e alici sott’olio: un piatto basato sul contrasto tra il salato delle alici, il piccante del cipollotto e il dolce dei fiori di zucca: accostamento che potrebbe sembrare un po’ azzardato ma il risultato è stato il perfetto equilibrio tra le componenti.

Come secondo scegliamo entrambi il sanpietro bruschettato su letto di finferli e salsa allo speck. Qui una piccola delusione. I finferli non erano particolarmente saporiti e la salsina allo speck era un po’ troppo delicata. Certo, è giusto non coprire il gusto delicato del pesce ma nell’insieme il piatto è risultato leggermente sciapo.

Tra primo e secondo su una pietra piatta del fiume Torre, ci viene presentata una jacked potato con salsa ai peperoni. Il tutto, molto dolce, mi ha riportato a un’atmosfera un po’ New Age. Il cameriere ci ha avvertito di non provare ad addentare il sasso, come altri avventori avevano tentato di fare, pena la perdita di qualche incisivo…

In attesa del dolce, è arrivato un tripudio di piccolie delizie pasticcere: ciupa ciupa di cioccolato bianco al limone e cocco, creme brulée alla grappa Nonino, dolcetti di ricotta candita, biscottini alle fave di cacao e macaron al cioccolato.
Dolcetti dal gusto estremamente appagante oltre che dall’aspetto sfizioso e simpatico.

Scegliamo un dolce da dividere in due: la cagliata di cioccolato bianco con mousse al lime e crema di liquirizia accompagnata da Malvasia delle Lipari Hauner 2007. Devo dire che l’accostamento di sapori in questo caso è stato più che originale e assolutamente innovativo.

Alla fine, non poteva mancare un caffè che viene servito con zucchero di canna grezzo pre cristallizzazione.

La serata è stata assolutamente piacevole e le pietanze scelte sono state tutte all’altezza delle aspettative.
Quattro chiacchiere con lo chef Emanuele Scarello - che fa parte dei Jeunes restaurateurs d’Europe - molto più simpatico di altre “star dei fornelli” più note al grande pubblico, ci hanno fatto capire la sua passione per la professione, la meticolosa ricerca delle materie prime e lo studio continuo dell’originalità negli accostamenti.
Il ristorante ha una stella Michelin.


Prezzo:  194 €  per due persone

Voto:
Cena:        9
Servizio:   8

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